“Un governo parallelo che per anni ha occupato militarmente le istituzioni regionali e ha spostato fuori dalla politica i luoghi decisionali sulla spesa”. Così nel 2019 Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia siciliana, ha definito il “sistema Montante” durante la presentazione della relazione conclusiva dell’indagine svolta dopo l’arresto dell’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, accusato di dossieraggio e corruzione. Fava ha inoltre aggiunto: “C’e’ stato, in senso figurato, un piccolo ‘golpe’ che ha svuotato la Regione delle proprie funzioni per lungo tempo e che ha determinato gravi danni dal punto di vista della spesa e della democrazia, che da questa esperienza ne esce fortemente umiliata”.
Antonio Calogero Montante da Serradifalco ( CL ) è stato al vertice di Sicilindustria, Presidente di Unionecamere Sicilia, della Camera di Commercio di Caltanissetta, nonché responsabile legalità di Confindustria nazionale, rimanendo sulla cresta dell’onda dal 2007 al 2014. Poi la caduta in disgrazia, le inchieste giudiziarie, la condanna a 8 anni di reclusione in appello, pena ridotta in forza degli effetti premiali del rito abbreviato, per avere strutturato una catena di connivenze dentro e fuori le istituzioni, il dossieraggio contro gli avversari, le lettere anonime, le incursioni dentro la banca dati del Viminale, gli esposti all’autorità giudiziaria, anche nella logica di ritorsioni trasversali nell’interesse finalizzato ad intimidire e piegare chi di dovere ai voleri della consorteria.