Rocco Chinnici (Misilmeri, 19 gennaio 1925 – Palermo, 29 luglio 1983) è stato un magistrato italiano. Alle 8 del mattino del 29 luglio 1983, mentre usciva dalla sua casa in via Pipitone a Palermo, venne ucciso dall’esplosione di una Fiat 126 imbottita con 75kg di tritolo. Insieme a lui morirono i Carabinieri Mario Trepassi e Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile dove abitava, Stefano Li Sacchi.
Chinnici entrò in magistratura nel 1952 come uditore giudiziario al tribunale di Trapani, poi fu pretore a Partanna dal 1954 al 1966, anno in cui prese servizio presso l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo nel ruolo di giudice istruttore.
Nel 1970 Chinnici indagò sulla “strage di viale Lazio”, evento chiave dell’ascesa al potere mafioso dei Corleonesi. Nel 1975 divenne magistrato di Corte d’Appello e fu nominato Consigliere Istruttore Aggiunto. Divenne poi magistrato di Cassazione. Nel 1979, a seguito dell’omicidio del magistrato Cesare Terranova, Chinnici fu chiamato alla carica di dirigente dell’ufficio istruzione di Palermo.
Dopo una serie di omicidi eccellenti, tra i quali quello del capitano dei Carabinieri Emanuele Basile e del procuratore Gaetano Costa, Chinnici capì che per non ricominciare le indagini da capo dopo ogni omicidio, vi era necessità di condividere informazioni e responsabilità nella lotta a Cosa Nostra. Ebbe quindi l’idea di creare una struttura associativa all’interno dell’ufficio istruzione che fu poi chiamata ‘pool antimafia’. A far parte del ‘pool’ Chinnici chiamò tre giovani magistrati: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello (il pool antimafia fu poi sviluppato ulteriormente da Antonino Caponnetto dopo la morte di Chinnici).
L’omicidio di Rocco Chinnici era stato preannunciato dal confidente libanese Bou Chebel Ghassan, ma nessuno degli interessati ne fu informato. Il magistrato aveva anche ricevuto minacce telefoniche da lui registrate ma le misure di sicurezza non furono rinforzate. Dopo la sua morte furono anche pubblicati dei suoi appunti nei quali il magistrato faceva nomi e cognomi di chi, all’interno del palazzo di giustizia di Palermo, tramava ai suoi danni, ma nessuno di questi fu mai indagato.
Le indagini sull’omicidio di Rocco Chinnici, tra processi, appelli e ricorsi, durarono quasi 20 anni. Nel 2002 la Corte d’assise di Caltanissetta condannò all’ergastolo come mandanti dell’attentato Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Raffaele Ganci, Antonino Geraci, Giuseppe Calò, Francesco Madonia, Salvatore Buscemi, Salvatore Montalto, Matteo Motisi e Giuseppe Farinella. Come esecutori materiali invece Antonino Madonia, Calogero Ganci, Stefano Ganci, Vincenzo Galatolo, Giovanni Brusca, Giuseppe Giacomo Gambino, Giovan Battista Ferrante e Francesco Paolo Anzelmo. I mandanti di ‘terzo livello’, cioé politici e imprenditori, rimangono ad oggi ignoti.