Operazione Normandia

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Il processo “Normandia” ha avuto ad oggetto gli intrecci tra Camorra, esponenti politici e imprenditoria, per la concessioni di appalti pubblici. Dopo il processo “Spartacus”, ha permesso di ricostruire le dinamiche che regolano e determinano i sodalizi tra l’organizzazione mafiosa e l’economia reale.

Il processo ha infatti coinvolto esponenti di spicco della politica locale, accusati di aver intrattenuto rapporti con uomini del clan dei Casalesi, e di aver dunque condizionato l’attività politica e imprenditoriale.

I gravi reati per cui è stata riconosciuta la responsabilità a vario titolo degli imputati (dall’associazione camorristica al concorso esterno a numerosi delitti con l’aggravante mafiosa, dall’estorsione alla turbativa d’asta, all’interposizione fittizia di beni) testimoniano come i Casalesi abbiano infiltrato alcune amministrazioni locali campane fino ai più alti livelli.

I giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere hanno pronunciato 14 condanne, tra cui quelle per il boss Antonio Iovine e per Nicola Schiavone, figlio di Francesco “Sandokan” Schiavone. Altre significative condanne erano state emesse in sede di giudizio abbreviato, divenute poi definitive.  

Il processo di appello, celebrato dalla Corte di appello di Napoli, ha prodotto lievi riduzioni delle pene e, in alcuni casi, qualche proscioglimento per intervenuta prescrizione.

Operazione Normandia - Direzione Investigativa Antimafia

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