L’Operazione Grillo Parlante è un’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano tra il 2009 e il 2011. L’indagine ha svelato una complessa rete criminale legata alla ‘ndrina Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), operativa nella provincia di Milano sotto la guida di Sabatino Di Grillo. La portata dell’operazione ha coinvolto diversi settori della vita pubblica e amministrativa lombarda, con connessioni che si estendevano dal mondo politico a quello imprenditoriale.
L’operazione è scattata il 10 ottobre 2012, portando all’iscrizione nel registro degli indagati di 32 persone e all’emissione di 23 misure cautelari, tra cui arresti domiciliari e detenzioni in carcere. Le accuse includono associazione mafiosa, voto di scambio, estorsione, detenzione di armi, corruzione e riciclaggio di denaro sporco. L’inchiesta ha coinvolto diverse procure locali e forze dell’ordine, che hanno operato in sinergia per raccogliere prove attraverso intercettazioni telefoniche, pedinamenti e testimonianze dirette.
Il Caso Domenico Zambetti
Una figura centrale nell’inchiesta è l’ex assessore regionale alla Casa della Lombardia, Domenico Zambetti (all’epoca appena approdato nel Popolo delle Libertà di Silvio Berlusconi), accusato di aver acquistato 4.000 voti dalla ‘ndrangheta per 200.000 euro durante le elezioni regionali del 2010. In cambio, Zambetti avrebbe promesso incarichi pubblici e appalti a membri del gruppo criminale, rafforzando così la loro influenza politica e amministrativa. L’accusa ha documentato incontri segreti e scambi di denaro avvenuti in luoghi appartati, con l’intermediazione di funzionari corrotti e esponenti delle cosche locali.
Coinvolgimento del Sindaco di Sedriano Alfredo Celeste
Il sindaco Alfredo Celeste (in quota Forza Italia) di Sedriano (MI) è stato accusato di aver stretto accordi con esponenti criminali, promettendo vantaggi economici e amministrativi in cambio di sostegno elettorale. Tra le promesse emerse vi erano concessioni per attività commerciali, appalti pubblici e facilitazioni burocratiche per imprese legate alla ‘ndrangheta. Le indagini hanno evidenziato come il Comune di Sedriano fosse diventato un punto strategico per gli interessi mafiosi, attraverso un sistema consolidato di corruzione e favoritismi amministrativi.
Estorsioni e Sequestri
L’inchiesta ha rivelato numerosi episodi di estorsione e sequestri di persona a scopo estorsivo. Un caso emblematico è stato il sequestro dell’imprenditore Mauro Galanti, liberato solo dopo il pagamento di un ingente riscatto. Simili episodi hanno coinvolto altri imprenditori locali, costretti a versare somme di denaro per evitare violenze o danni alle proprie attività. Gli inquirenti hanno documentato anche atti intimidatori come incendi dolosi e aggressioni fisiche, volti a consolidare il potere delle cosche nel tessuto economico locale.
Sentenze e Condanne
Nel gennaio 2015, numerosi imputati sono stati rinviati a giudizio, con condanne severe inflitte ai principali esponenti della rete criminale. Sabatino Di Grillo è stato condannato a 10 anni e 10 mesi di carcere, Vincenzo Evolo a 14 anni e 8 mesi, e Alessandro Gugliotta a 9 anni e 10 mesi. Tuttavia, alcune figure di rilievo, tra cui Alfredo Celeste e il chirurgo Marco Silvio Scalambra, sono state assolte per insufficienza di prove. Le sentenze hanno messo in evidenza la complessità dell’indagine, caratterizzata da una fitta rete di complicità e omertà.