L’Operazione Ducale, condotta dai Carabinieri del ROS di Reggio Calabria, ha rivelato un presunto controllo della ‘ndrangheta sul territorio e sui processi elettorali locali, con brogli elettorali avvenuti nelle elezioni comunali e regionali del 2020 e 2021. Tra gli indagati ci sono il sindaco Giuseppe Falcomatà, il candidato del PD a Reggio Giuseppe Sera, e il candidato alla Regione Giuseppe Neri di Fratelli d’Italia.
Secondo le indagini, i voti sarebbero stati manipolati da Daniel Barillà, genero del boss Domenico Araniti, per favorire i candidati sostenuti dalla cosca Araniti. Neri avrebbe beneficiato di questi voti a Sambatello, nonostante fosse già sotto scrutinio mediatico per i suoi legami con la cosca. Le intercettazioni hanno rivelato che Barillà si vantava di poter assicurare un grande numero di voti per Neri. Inoltre, le minacce ai sostenitori di Domenico Creazzo, un avversario di Neri, dimostrano ulteriori ingerenze della ‘ndrangheta nelle elezioni.
Gli inquirenti hanno notato un incremento significativo nei voti della Sezione 88 di Sambatello per Neri, attribuendo questo cambiamento all’influenza di Barillà. Tra gli scrutatori, Martina Giustra, collaboratrice di Barillà, avrebbe facilitato la manipolazione dei voti. L’ordinanza di custodia cautelare illustra la complessità del sistema di controllo elettorale gestito dalla ‘ndrangheta, con rapporti stretti tra politica e criminalità organizzata.
In un’altra intercettazione, Neri esprimeva rabbia verso la giornalista Alessia Candito, rea di aver scritto articoli critici sulle sue frequentazioni equivoche. Neri dichiarava di voler sputare in faccia alla cronista di Repubblica, mostrando il suo disprezzo per i giornalisti che indagavano sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle istituzioni calabresi. La procura reggina avrebbe voluto arrestarlo, ma il giudice per le indagini preliminari si è opposto, ritenendo insufficienti gli elementi a suo carico.