L’omicidio Di Michele Reina

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Michele Reina (Palermo, 15 agosto 1930 – Palermo, 9 marzo 1979) è stato un politico italiano, segretario provinciale della Democrazia Cristiana di Palermo e il primo politico siciliano del novecento ucciso da Cosa nostra.

La sera del 9 marzo 1979 Reina era appena salito in auto con la moglie Marina Pipitone, 35 anni, e una coppia di amici, Mario Leto (ex direttore amministrativo dell’azienda vinicola Corvo) e sua moglie, quando all’improvviso da una Fiat Ritmo scesero due giovani che aprirono il fuoco contro l’auto di Reina, uccidendolo.

L’omicidio venne dapprima rivendicato da Prima Linea, poi dalle Brigate Rosse, ma era evidente sin da subito che Cosa Nostra non era estranea all’accaduto.

Gli investigatori non seppero trovare una pista credibile fino al 1984, quando il pentito Tommaso Buscetta dichiarò che Reina era stato ucciso su mandato di Salvatore Riina e della “cupola”, egemonizzata dai Corleonesi. Ma anche le rivelazioni di Buscetta non fornirono un vero e proprio movente per l’omicidio.

Michele Reina era stato eletto segretario provinciale della DC nel 1976 e subito era diventato uno dei principali sostenitori della costituzione di una nuova maggioranza interna al partito. Insieme a Rosario Nicoletti, l’allora segretario nazionale, Reina aveva partecipato alla formazione della giunta Scoma, che rappresentava il primo momento di attuazione della politica di apertura alle sinistre cara alla corrente democristiana di Aldo Moro. A Palermo, Reina aveva tentato di trovare un accordo tra la DC e il Partito Comunista Italiano, senza riuscirci. Lo stesso tentativo sarà fatto successivamente da Piersanti Mattarella al livello regionale, da Aldo Moro al livello nazionale e da Pio La Torre – tutti uccisi.

Nel luglio del 1989, Marina Pipitone (vedova di Reina e testimone oculare dell’omicidio) davanti al giudice Giovanni Falcone, affermò di riconoscere una straordinaria somiglianza tra l’assassino di suo marito e la fotografia di Valerio Fioravanti, membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR). Poi, nel corso di un confronto dal vivo, la stessa ebbe a dichiarare: “Riconosco Fioravanti come il killer al novanta per cento”. Fioravanti venne prosciolto dall’accusa di omicidio perché quel giorno, disse lui, era occupato a rapinare una banca.

Michele Reina
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