referio Eversione,La strage di Piazza Fontana La strage di Piazza Fontana

La Strage Di Piazza Fontana

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Il 12 dicembre 1969, un potente ordigno esplose nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, in Piazza Fontana, provocando 17 morti e circa 90 feriti. Pochi minuti prima della detonazione, un altro ordigno fu trovato, inesploso, nella sede della Banca Commerciale Italiana di Piazza della Scala, sempre a Milano. Tra le 16:55 e le 17:30, a Roma, avvennero altre tre esplosioni: una nella Banca Nazionale del Lavoro di via San Basilio e due presso l’Altare della Patria in Piazza Venezia, che causarono feriti e danni.

Questi attentati segnarono l’inizio della “strategia della tensione”, un periodo di instabilità e terrore volto a creare un clima di paura e disordine, con lo scopo di favorire soluzioni autoritarie o di stabilizzazione neocentrista. Le indagini iniziarono concentrandosi sulla “pista anarchica”, con il ballerino anarchico Pietro Valpreda come principale sospetto, grazie al controverso riconoscimento del tassista Cornelio Rolandi. In parallelo, Giuseppe Pinelli, altro anarchico, morì precipitando da una finestra della questura di Milano durante un interrogatorio, evento che suscitò grandi polemiche.

Successivamente, le indagini si orientarono verso il gruppo neofascista Ordine Nuovo, con Franco Freda e Giovanni Ventura come principali sospetti. Il lungo iter giudiziario, che durò complessivamente 36 anni, vide tre processi principali:

  1. Primo processo (Processo di Catanzaro):
  • 1977-1981: La Cassazione stabilì che il processo si svolgesse a Catanzaro. In primo grado, Freda e Ventura furono condannati per strage, insieme a Guido Giannettini, un informatore del SID, e agli ufficiali del SID Gianadelio Maletti e Antonio Labruna per depistaggio delle indagini. Tuttavia, in appello Freda, Ventura e Giannettini furono assolti per insufficienza di prove. La Cassazione confermò le assoluzioni nel 1982, annullando però la sentenza per il reato di strage continuata, rinviando a nuovo giudizio.
  1. Secondo processo (Processo Catanzaro bis):
  • 1990-1991: Questo processo, scaturito da una nuova istruttoria, coinvolse i neofascisti Stefano Delle Chiaie e Massimiliano Fachini, ma si concluse senza alcuna condanna.
  1. Terzo processo (Processo di Milano):
  • 2001-2005: Con le indagini riaperte sulla destra eversiva, si svolse un nuovo processo a Milano. In primo grado, Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi e Giancarlo Rognoni furono condannati per strage. Tuttavia, la Corte d’Appello e successivamente la Cassazione nel 2005 annullarono le condanne per insufficienza di prove. La sentenza riconobbe comunque il coinvolgimento di Ordine Nuovo nella strage e certificò il ruolo di Carlo Digilio, collaboratore di giustizia reo confesso, e, a livello storico, di Freda e Ventura (non più processabili).

Le indagini parallele a Milano e Roma subito dopo la strage seguirono inizialmente una pista unica verso gli ambienti anarchici e della sinistra extraparlamentare. Valpreda fu incriminato e arrestato il 15 dicembre 1969, poco prima dei funerali delle vittime. La Procura di Roma prese in carico l’inchiesta nonostante il conflitto di competenza sollevato dalla difesa degli anarchici. La prima istruttoria, conclusa nel 1971, portò a un processo a Roma nel 1972, che però si fermò quasi subito, con la Corte che stabilì la competenza a Milano.

A Milano, la seconda istruttoria sulla “pista nera” portò a nuovi sviluppi, con l’accusa di terrorismo neofascista basata sulle dichiarazioni del testimone d’accusa Guido Lorenzon, amico di Ventura. Tuttavia, il processo “Valpreda” fu trasferito a Catanzaro per motivi di ordine pubblico nel 1972.

La terza istruttoria, nata dall’inchiesta sul SID, coinvolse gli ufficiali Maletti e Labruna per reati di falso ideologico e favoreggiamento. Gli atti furono anch’essi trasmessi a Catanzaro, con la Corte d’Assise che si trovò a giudicare contemporaneamente imputati della “pista anarchica”, della “pista nera” e ufficiali dei servizi segreti.

Il processo di Catanzaro per la strage e reati connessi iniziò nel 1977. Durante questo processo, il generale Saverio Malizia fu processato e assolto nel 1980 per aver affermato il falso riguardo il segreto politico-militare nel caso Giannettini. La Corte d’Assise di Catanzaro, nel 1979, condannò Freda e Ventura per strage e per gli attentati del 1969, assolvendo Valpreda per insufficienza di prove.

Nel giudizio d’appello del 1981, le condanne per strage di Freda e Ventura furono ribaltate in assoluzioni per insufficienza di prove. La Cassazione del 1982 confermò le assoluzioni ma annullò con rinvio le assoluzioni per strage di Freda e Ventura, Valpreda e Mario Merlino. Gli ufficiali del SID Maletti e Labruna furono condannati per falso ideologico, confermato definitivamente nel 1987.

L’ultimo processo a Milano confermò il coinvolgimento di Ordine Nuovo nella strage, con Carlo Digilio che confessò e collaborò con la giustizia. Nonostante le assoluzioni finali, le sentenze riconobbero il ruolo della destra eversiva e di alcuni settori dello stato negli eventi di Piazza Fontana.

Il caso di Piazza Fontana, durato complessivamente 36 anni, rappresenta un capitolo complesso e tormentato della storia italiana, caratterizzato da depistaggi, collusioni con apparati istituzionali e un lungo percorso giudiziario che, sebbene conclusosi con assoluzioni, ha certificato storicamente il coinvolgimento di Ordine Nuovo nella strage.

Franco Freda
Franco Freda

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