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Il Processo Gotha

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Il Processo Gotha rappresenta una delle più imponenti azioni giudiziarie mai intraprese contro la ‘ndrangheta-in particolare quella ‘aristocratica’ di Reggio Calabria. L’indagine, nata dalla sintesi di diverse operazioni investigative condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha messo in luce l’esistenza di una struttura “invisibile” che controlla le attività dell’organizzazione criminale attraverso una rete di collegamenti tra politica, magistratura, imprenditoria e massoneria deviata.

Le Origini dell’Inchiesta

Il procedimento Gotha nasce dalla fusione di quattro importanti inchieste: Mamma Santissima, Reghion, Fata Morgana e Sistema Reggio. Ciascuna di queste operazioni ha svelato un tassello dell’articolata strategia di infiltrazione della ‘ndrangheta nei meccanismi dello Stato.

  • Operazione Sistema Reggio (2016): Portò all’arresto di 17 persone affiliate alle cosche De Stefano, Serraino e Araniti. L’indagine rivelò il controllo capillare delle attività economiche a Reggio Calabria, inclusa la gestione dell’accesso al lavoro.
  • Operazione Fata Morgana (2016): Scoperchiò i legami tra esponenti della criminalità organizzata e il mondo imprenditoriale, con il sequestro del centro commerciale La Perla dello Stretto.
  • Operazione Mamma Santissima (2016): Portò all’arresto di tre persone, tra cui l’avvocato Giorgio De Stefano, sospettato di essere una figura chiave nella “struttura invisibile”.
  • Operazione Reghion (2016): Approfondì il ruolo della cosiddetta “cupola” nell’amministrazione locale e nei processi decisionali di Reggio Calabria.

Queste indagini confluivano poi in un unico impianto accusatorio, coordinato dal procuratore Giuseppe Lombardo, con il supporto del ROS dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato.

La Struttura Invisibile della ‘Ndrangheta

Uno degli aspetti più innovativi dell’inchiesta Gotha riguarda l’identificazione della “struttura riservata” della ‘ndrangheta. Secondo l’accusa, questa componente è composta da soggetti definiti di “cerniera”, capaci di collegare i livelli operativi visibili dell’organizzazione con quelli occulti. Questi individui svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere il controllo strategico sulle attività mafiose, influenzando la politica e le istituzioni.

In particolare, due figure emergono come fulcro del sistema:

  • Paolo Romeo, avvocato ed ex parlamentare, ritenuto una delle menti più influenti del “direttorio” della ‘ndrangheta.
  • Giorgio De Stefano, anch’egli avvocato, considerato il collegamento tra la struttura operativa visibile e quella invisibile.

Secondo i pubblici ministeri, entrambi erano il “motore immobile” di un sistema criminale che puntava a destabilizzare gli equilibri istituzionali per favorire gli interessi mafiosi.

Le Fasi del Processo

Il processo Gotha si è sviluppato su due fronti principali: il rito ordinario, con 34 imputati, e il rito abbreviato, che ha portato a condanne più rapide grazie alla riduzione di un terzo della pena. Le accuse spaziavano dall’associazione mafiosa alla corruzione, passando per reati più specifici come la manipolazione di appalti pubblici.

Condanne in Rito Abbreviato

Nel marzo 2018, il primo grado del rito abbreviato si concluse con dure condanne. Tra queste:

  • Giorgio De Stefano: 20 anni di carcere per il ruolo di vertice nella struttura criminale.
  • Antonino Nicolò e Roberto Franco: 18 anni ciascuno.
  • Dimitri De Stefano, figlio del defunto boss Paolo De Stefano: 15 anni.
  • Emilio Angelo Frascati: 13 anni.
Rito Ordinario

Il rito ordinario ha avuto un esito più complesso. Nel 2021, dopo cinque anni di udienze, la sentenza di primo grado ha visto 15 condanne su 30 richieste da parte della Procura. Tra gli assolti figuravano nomi di rilievo come il senatore Antonio Caridi e l’ex presidente della Provincia Giuseppe Raffa.

Sviluppi Recenti

Nel novembre 2024, il processo d’appello bis per Giorgio De Stefano ha segnato un importante sviluppo. Dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato la condanna a 15 anni e 4 mesi, ritenendo “illogica” la sovrapposizione tra il ruolo visibile e quello occulto di De Stefano, la Corte d’appello ha rideterminato la pena a 10 anni di carcere. La decisione riflette un cambiamento nell’interpretazione del ruolo di De Stefano, considerato ora un semplice partecipante all’associazione mafiosa e non un promotore.

Anche altre pene sono state riviste:

  • Roberto Franco: 12 anni.
  • Domenico Marcianò: 8 anni.
  • Antonino Nicolò: 3 anni.

Sono invece stati assolti:

  • Lorena Franco: accusata di associazione mafiosa.
  • Emilio Angelo Frascati: imprenditore ritenuto vicino alla ‘ndrangheta.
  • Antonio Messina, ex sindaco di Villa San Giovanni, accusato di corruzione.

Infine, la prescrizione ha riguardato Giovanni Pellicano, imputato per minacce.

Implicazioni del Processo

Il Processo Gotha non si limita a un elenco di condanne e assoluzioni. Esso rappresenta una pietra miliare nella lotta contro la ‘ndrangheta, dimostrando come l’organizzazione criminale non si limiti a violenze e racket, ma operi a un livello strategico che punta a infiltrare lo Stato.

I procuratori della DDA di Reggio Calabria hanno descritto questa struttura come un “direttorio” con una visione programmatica a lungo termine, capace di influenzare politica, economia e giustizia. Il caso ha messo in evidenza il rischio concreto che la criminalità organizzata rappresenta per la democrazia italiana.

Paolo Romeo
L’avvocato Paolo Romeo

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